Segreti luminosi – Mc 4,21-25

Segreti luminosi – Mc 4,21-25

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Oggi si fa un gran parlare di privacy e di informazioni personali. I dati sono diventati il “nuovo oro”: chi è in grado di averne e di collegarli fra loro, è ricco. Su questo si basano tutti i sistemi commerciali in rete e i vari social, che riescono ad alzare il prezzo delle pubblicità proprio grazie ad algoritmi sofisticati di tracing e di profilazione dell’utente.

«Non vi è nulla di segreto»: sembra che si stia realizzando questa frase di Gesù. Ma non credo che il Signore stesse pensando a ciò. L’immagine della luce e della lampada non riguardano i nostri acquisti online o i nostri spostamenti tracciabili con il GPS…

La centralità della vita cristiana è la testimonianza, intesa come atteggiamento, come stile 1) quotidiano e 2) reciproco. Quotidiano perché essa non si riduce al martirio cruento, all’apologia di fronte a chi non crede, alla persuasione o – peggio – al proselitismo. Ognuno di noi è chiamato a dare testimonianza con le piccole, apparentemente insignificanti scelte della propria giornata.

Ma è un atteggiamento anche reciproco, possiamo dire speculare, perché non si tratta solo di dare una buona testimonianza, ma di saper ricevere quella degli altri: «fate attenzione a quello che ascoltate».

La vita cristiana consiste allora in un moto di coraggio per rimanere con il cuore e le orecchie ben aperte, perché ognuno di noi riesca a condividere, a prestare all’altro il dono che gli sta facendo il Dio della vita.

La «lampada» posta «sul condelabro» è immagine di un amore che circola, che non si ferma nelle mani di nessuno e che, in questo modo, genera vita, libertà, armonia.

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