Personal trainer – Gv 1,47-51

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In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

“Scale. Musica per la tua salute”. Questo era lo slogan di una pubblicità-progresso di una decina di anni fa, che incoraggiava giovani e meno giovani a preferire le scale all’ascensore. I benefici per la salute erano elencati in maniera dettagliata.

Il brano del vangelo di oggi ci dice che le scale non sono solo per la salute, ma anche per la salvezza (che poi è il significato latino di “salus”). E aggiunge che questo collegamento tra cielo e terra, tra uomo e Dio, è percorso da «angeli».

Festeggiando oggi Michele, Gabriele, Raffaele e tutti gli arcangeli – che la tradizione ebraica dice essere sette, ma degli altri quattro non sappiamo i nomi -, noi contempliamo la cura che Dio ha per il principio dell’incarnazione. Gli angeli sono proprio raffigurati, nel testo sacro, come servitori dell’incarnazione.

Per questo sono sempre pronti a riconoscere Dio come Padre e ogni essere umano come figlio amato. Ci prestano il loro sguardo perché possiamo sentirci in cammino, le loro spalle perché possiamo sentirci forti, la loro speranza perché possiamo sentirci accompagnati. Sono segno di una vicinanza di Dio che è premurosa e personale.

Questa “cura angelica” si manifesta in tante cose nella vita. Abbiamo sempre dei “personal trainer” pronti a indicarci la strada giusta, come Virglio per Dante, Azaria per Tobia… Forse è bello aprire gli occhi e vedere quanti angeli ha posto il Signore sul nostro cammino.

E riconoscere che, a volte, hanno il volto sorridente degli amici.

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