Senza teologia – Lc 17,20-25

Senza teologia – Lc 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Certamente Gesù sta parlando del tema escatologico, cioè della fine dei tempi. A livello teologico si potrebbero analizzare e dire tante cose a partire dalle sue parole di oggi. Ma a me colpisce una caratteristica davvero misera, povera di teologia.

A me crea nostalgia. Forse non era l’intento di Luca, ma quel «desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo» mi lascia quel misto di dolcezza e amarezza tipico della nostalgia. Chi non vorrebbe fare una chiacchierata a tu per tu con Gesù?

E’ l’amico che cerchiamo nella folla anonima, è colui che sempre accompagna e custodisce. E’ il ferito che chiede amore, è quella guida saggia e immancabile di cui abbiamo bisogno nella vita. E’ il senso di ogni canzone, è «tutta la nostra dolcezza» (S. Francesco).

Chi non vorrebbe essere fissato dai suoi occhi terreni? Ma poi, io cosa gli direi? Senza teologia, senza speculazioni spirituali, senza sillogismi scolastici: io, di fronte al mio amico e liberatore, cosa posso dire?

Tu cosa gli diresti?

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