
La password per il regno di Dio – Gv 10,1-10
In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza».
In questa pagina di vangelo Gesù si presenta al mondo come il pastore delle pecore, ma la gente che lo ascolta non capisce. Ci aspetteremmo quindi un’ulteriore spiegazione sul tema da parte di Gesù, ma invece egli sembra complicare le cose dicendo di essere anche la porta delle pecore. In realtà queste due affermazioni sono la spiegazione di un’unica realtà. Gesù è pastore, guida coloro che ne riconoscono la voce e si sentono da lui amati. Ma è anche necessario passare da lui per entrare nel regno di Dio. È necessario farsi piccoli come lui, spogliarsi di ciò che ci impedisce di amare come lui ama. È lasciarci perdonare, lasciarci guidare dalla sua Parola. Come diceva papa Francesco, «Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio»
Essere pecore del suo gregge, riconoscere la sua voce e seguirlo, ci rende sempre più simili a lui, ci rende capaci di amore e di servizio gratuiti. Per riconoscere una voce tra le tante che ascoltiamo oggi, è necessario sentirla fino a rendercela familiare. La sua parola deve diventare un vero cibo quotidiano e un punto di riferimento costante nelle scelte e nelle decisioni della nostra vita. La sua voce deve risuonare come una password per entrare in comunione col nostro Pastore, per scoprire qualcosa del suo grande amore. Una password semplice perché possa essere utilizzata da altri. Questa ci aprirà il mondo di Dio e il mondo dei fratelli.