
Energia rinnovabile
Per la solennità della SS. Trinità (anno C), pochi versetti presi dal vangelo di Giovanni (Gv 16,12-15) per raccontare il tipo di relazione strettissima che esiste tra il Figlio e il Padre, relazione che si manifesta attraverso l’azione dello Spirito: tutto quello che il Figlio possiede è del Padre e c’è bisogno dell’azione dello Spirito perché possa essere comunicato a tutti in modo da manifestare in maniera piena e comprensibile l’amore che alimenta la vita. La verità che viene annunciata dallo Spirito è dunque quella che Gesù ci ha manifestato con tutta la sua vita e le sue parole, una verità che non mette in fila ragionamenti per convincere in maniera asettica e razionale, ma una verità fatta di relazione e scambio, la verità che riguarda l’essenza stessa di Dio nel suo vivere continuamente l’amore.
Il dibattito pubblico sta sdoganando in forma sempre più palese la convinzione che si possa amare solamente chi è vicino a te, chi è simile a te: se in te riconosco una qualche consonanza allora meriti il mio amore, se sei disposto a ricambiare il mio amore allora possiamo dirci parte di una stessa realtà, possiamo realizzare una comunità forte e coesa.
Questa impostazione si basa sulla considerazione che le energie vitali di ciascuno siano limitate, tanto da non permettere la dispersione di forze in relazioni inutili da cui non sia possibile ricavare un immediato vantaggio: una prospettiva utilitaristica volta a finalizzare il massimo profitto anche nelle relazioni. Peccato che un’impostazione di questo tipo mostra immediatamente la corda guardando semplicemente ai processi educativi che vivono i nostri adolescenti: inseriti in un contesto dove si è spinti a ricercare solo chi ti restituisce l’immagine di te che tu stesso pensi di avere, molti ragazzi oggi vivono relazioni sempre più povere e dimostrano l’incapacità di affrontare le fondamentali esperienze di gruppo necessarie a un sano sviluppo. Si finisce per frequentare solo le stesse persone o si è assillati dalla ricerca continua di conferma, vivendo con grande difficoltà il lasciarsi mettere in discussione anche da chi non la pensa immediatamente come te.
La solennità della Trinità dovrebbe aiutarci a riscoprire come la nostra struttura relazionale sia modellata proprio su quella di Dio: abbiamo una ricchezza relazionale straordinaria iscritta nel nostro DNA, una ricchezza che se riconosciuta, coltivata e sviluppata, fiorisce in una dinamica di apertura al mondo che non può vivere di paure ed esclusioni. L’amore trinitario non è chiuso in sé: lo Spirito ha proprio la funzione di invitare sempre nuovi figli e figlie a riconoscere la via tracciata da Gesù come quella percorribile per arrivare davvero al Padre.
Amare davvero vuol dire ritrovare continuamente nuove energie che ci rafforzano sul versante della profondità con cui siamo chiamati a vivere le nostre relazioni più intime, ma anche sul versante della sperimentazione sociale, dove ci viene chiesto di trovare modi sempre nuovi per fare circolare prospettive di giustizia e realizzazione anche per gli altri.
Dovremmo ricordarci più spesso di essere fatti a immagine di Dio, per ricordarci che in noi ci sono tutte le potenzialità per continuare a scommettere sul fatto che l’amore mette sempre in circolo altro amore, senza perdersi e diminuire, ma rifiorendo continuamente. La principale energia rinnovabile presente sulla terra e già a nostra completa disposizione.