Forbici – Lc 12,49-53

Forbici – Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Sono accaduti raramente; forse per questo quei pochi episodi di scontro nella mia famiglia, prima di andare a cena a casa di amici o parenti, si sono fissati nella mia memoria. Pochissime ore prima della festa, tra le nostre mura domestiche avevo avuto un litigio con mia sorella o con i miei. Il viaggio in auto da casa nostra all’abitazione di chi ci avrebbe ospitato per quel pasto era testimone del solo cigolìo della carrozzeria dell’auto.

Ma poi, magicamente, una volta arrivati a destinazione, scoppiava la pace. Si tornava a sorridere, a parlare e magari anche a scherzare. Fino alla fine della cena.

Terminata la festa, si tornava alla guerra fredda, al mutismo, al massimo ai monosillabi e facendo attenzione a non calpestare qualche mina antiuomo disseminata qua e là sotto il pavimento di casa.

Evidentemente quella non era pace, ma anche la divisione tra noi non era segno dell’azione di Cristo.

Ma allora cos’è la divisione che Gesù dice di essere venuto a portare?

Forse è il lasciargli mettere mano a quella pace cimiteriale che si apprende sin da piccoli, tra le mura domestiche, e che ci costringe a ridere quando vorremmo piangere, a tacere quando tutto di noi vorrebbe urlare il desiderio di vita altrove. Col tempo l’arte dell’ipocrisia varca la soglia di casa, così si finge al lavoro, in parrocchia, con gli amici. Recitiamo la parte di chi è in comunione, fingiamo la comunione. Preferiamo essere divisi in noi stessi, tra luce e tenebra, pur di non dividerci da chi di noi vuole solo una parte (piacevole).

Lasciamoci dividere da Cristo. Come con il pane, quando lui spezza non lo fa per lasciarci a pezzi, ma per ricomporci su basi di comunione vera.

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