Smisurato – Gv 3,31-36

Smisurato – Gv 3,31-36

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Se non leggiamo un testo nel suo contesto le cose diventano più difficili. Certo, siamo abituati a uno stile decisiamente bianco-nero dell’evangelista Giovanni. Ma il linguaggio di oggi ci suona più duro del solito, più secco. Infatti non è Gesù a parlare, ma Giovanni il battezzatore. Dopo aver concluso il dialogo notturno con Nicodemo, Gesù conduce il maestro israelita da Giovanni, il precursore. Egli fa eco alle parole di Gesù (e non si erano messi d’accordo).

Il tema è sempre quello del rapporto tra il Padre e il Figlio e la testimonianza, del tutto particolare, che “chi viene dall’alto” fa del Padre. Giovanni e, prima di lui, tutti i profeti, hanno dato testimonianza alla luce, ma non sono la luce (cf. Gv 1, 7-8). La differenza è la “parola” che si usa: “colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio”.

L’effetto di questa parola, non più simbolica (battesimo con l’acqua) ma viva e vera (battesimo nel fuoco dello Spirito), ha una caratteristica molto singolare: è smisurato. “Senza misura [lett. senza metro] egli dà lo Spirito”: il Figlio non bada a dare un po’ per volta, non fa calcoli né considerazioni dettate dalla gelosia o dall’avarizia. Il suo dono è totale, smisurato, sregolato.

Questa immagine mi colpisce e tocca. La teologia e la sistematizzazione razionale della fede sono molto importanti: senza di esse la nostra fede sarebbe credenza incomprensibile, a dispetto dell’intelligenza dell’uomo (che è dono di Dio). Però Dio è più libero della nostra capacità di comprenderlo, cioè di dargli ordine e rigore. E’ come se Giovanni provasse a dire che Dio è vivo e, in quanto tale, imprevedibile. O, meglio, imprevidibilmente generoso. La sua volontà d’amore si riversa senza misura, in maniera esagerata e gratuita, sull’uomo, grazie, in primis, alla sua Parola.

E questo ci aiuta forse a disinnescare, nella nostra quotidianità, la volontà del “bene col contagocce”, il desiderio di donarsi frenato da tanti “se” e “ma”. Se restiamo ancorati alla sua Parola, pian piano diventeremo “uomini smisurati”. Cioè davvero liberi.

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