Quando l’amore perde – 26 set 2020

Quando l’amore perde – 26 set 2020

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. (Lc 9,43-45)

Mi capitava spessisimo all’università. Il professore, al termine della lezione, chiedeva sempre: «ci sono domande?». Di fronte al silenzio di tutti, concludeva sarcastico: «allora non ci sono dubbi, benissimo». In realtà non facevamo domande non perché fosse tutto chiaro, ma, al contrario, perché le idee nella nostra testa erano troppo – decisamente troppo! – confuse.

Così i discepoli di Gesù colgono parole che sono, per loro, «così misteriose» che non sanno neanche cosa chiedere. Il messaggio di Gesù – l’amore, che è Dio, può vincere ogni ostacolo – sembra oggi minacciato. Il «Figlio dell’uomo» che «sta per essere consegnato» pare significare esattamente il contrario: l’amore può perdere.

Sì, l’amore può perdere: sarà meglio che «ci mettiamo bene in mente queste parole». O, meglio, l’amore può dichiararsi sconfitto. Ma non perché l’odio è più forte, ma perché l’amore non ha paura di nulla, nemmeno del fallimento. Guardando Gesù che preannuncia la sua passione e morte, noi non vediamo un uomo disperato che vuole avvisarci che “la vita è dura”. Lo dà per scontato: non serve un Dio per informarci di questa ovvietà.

Il «Figlio dell’uomo» che va cammina incontro alla sua passione è il segno incancellabile di un amore che ha il coraggio e la consapevolezza di donarsi, di perdere, di essere sconfitto… perché è qualcosa di talmente semplice che non ha nulla da perdere.

Non gli si può togliere nulla per annullarne l’effetto. Il vero amore non può essere vanificato, nemmeno quando perde. E ora Gesù lo va a dimostrare: nemmeno togliendogli la vita gli si può impedire d’amare, perché egli fa di un’uccisione cruenta un segno di speranza infinita.

Ed è aria pura per l’oggi di ciascuno di noi.

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