Presa sicura – Gv 10,22-30

Presa sicura – Gv 10,22-30

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Avrò avuto vent’anni. Quindi un’eone fa. Ero andato a un ritiro e lì, alla sera, nel giardino del convento, ci proposero un’esperienza sensoriale particolare. Alcuni di noi si dovevamo bendare, altri, sbendati, li dovevano prendere per mano e guidarli lungo un percorso abbastanza complicato.

L’idea era semplicissima: a pensarci adesso, mi viene da ridere. Ma quando, sorteggiato tra i bendati, ero lì ad arrancare nel buio, non mi andava affatto di ridere. E qualcuno mi prese per mano. Ricordo che io, per sdrammatizzare la tensione che sentivo, dissi qualcosa come: “dove stiamo andando? Chi sei?”.

“Fidati”. Quella sola parola di risposta, chissà perché, mi colpì dentro, in profondità. “Fidati”: sentii la presa sicura e, improvvisamente, smisi di resistere ed ebbi la sensazione che avrei potuto correre, bendato, senza correre alcun pericolo.

“Non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano”. E’ una parola per noi, si riferisce a ciascuno di noi. I teologi giustamente possono spiegare la cosa dicendo che Gesù, nel vangelo di oggi, parla della pericoresi, del rapporto inscindibile e inesauribile del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che sono “una cosa sola”, ma al tempo stesso sono diversi.

Per me, più banalmente, è come risentire quel “fidati”. Difficile, provocatorio, ma terribilmente potente, come una chiave che libera la vita, che fa scattare grinta ed entusiasmo. “Fidati”: parola che mette paura, ma capace di dare senso, colore e speranza.

La nuova vita ricomincia ogni giorno dalla fiducia.

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