Per la vita – Gv 16,20-23

Per la vita – Gv 16,20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

La vita non è sempre semplice, lo sappiamo. E’ fatta di alti e bassi, di delusioni e di entusiasmi, di grandi conquiste e di fatiche dolorose. Si tratta di quella che C. S. Lewis chiamava la «legge dell’Ondulazione».

I nostri sforzi per rendere la vita una gran serenità sono destinate – ahinoi! – a naufragare. Purtroppo si rivela spesso una grande illusione quella di poter essere «sempre» qualcosa: sempre allegri, sempre giovani, sempre magri, sempre ottimisti…

Il vangelo di oggi non ci prende in giro. Sa benissimo che non è facile affrontare le piccole o grandi fatiche della nostra quotidianità. Gesù non ci offre la fede in lui come un rimedio, una panacea miracolosa per tutti i mali. Se così fosse, non avrebbe abbracciato la croce.

No, la fede non rende immuni all’ondulazione. La fede conferisce a essa un senso. La fede trasforma il dolore insensato in «doglie del parto», cioè fatica-per-la-vita. E come una neomamma, nonostante tutti gli esami che può aver fatto, non sa come sarà il proprio figlio appena nato, così anche a noi capita di non sapere quale vita sboccerà dalla fatica che stiamo vivendo.

Ma lo farà. E’ la promessa accorata di Gesù, poco prima della sua passione. Promessa alla quale cui noi stessi, come proprio una madre in travaglio, possiamo collaborare: spetta anche a noi lo sforzo di comprendere quale vita, quale «gioia» si cela dietro l’angolo della tristezza.

Questa gioia, quella della logica del Risorto, non ci verrà mai tolta.

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