Far diventare grandi – Mc 1,21-28

Far diventare grandi – Mc 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Oggi ormai è abitudine precisare. Siamo sempre sicuri di essere fraintesi. È una parola che spaventa e desta non solo sospetti, ma uno stile desueto e non più proponibile. Certo è una realtà da maneggiare con cura. È una realtà delicata di cui facilmente se ne può fare un uso distorto e improprio. Parlo dell’autorità, parola ripetuta due volte nel vangelo di oggi.

Proviamo a pensare solo all’universo della famiglia e alle relazioni che nascono nell’ambito della casa. Una cosa è certa: oggi ci sono tantissimi genitori che si sentono impacciati, imbranati, intimiditi. Sembra che abbiano paura di qualunque cosa facciano. Sono terrorizzati dalle conseguenze e non intervengono, non agiscono. Sono come paralizzati. Di fatto è molto più facile vedere un bambino rimproverare un padre che un padre richiamare un figlio. E se qualche volta un adulto ci prova, si sente addosso il disappunto di chiunque lo guardi. C’è un’idea malata di libertà, inseguiamo una sua scimmiottatura. È facile, quando un genitore non aiuta, che il figlio non venga su libero come pensiamo e che poi si ritrovi completamente disorientato e incapace di scegliere.

Certo bisogna stare lontani da ogni forma di autorità malata e distorta. Ma non possiamo tirarci indietro nel compito necessario di far crescere i nostri figli.

Che il Signore ci insegni come esercitare l’autorità senza schiacciare, senza mortificare, senza soffocare coloro che dobbiamo aiutare a far diventare grandi.

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