Tutto è niente – Mc 10,28-31

Tutto è niente – Mc 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Il vangelo che la liturgia di oggi ci offre ci pone di fronte a una verità tanto semplice quanto fastidiosa. «Tutto è niente», come amava ripetere S. Bertilla Boscardin. Tutto è niente se non sai a chi regalarlo. Per contro, niente è tutto se hai qualcuno del cui amore sei certo.

È di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo suicidio; una giovane donna, si lancia da un ponte col proprio bambino. Chi la conosceva, angosciato per l’assurdità del gesto, rispondeva al giornalista che cercava ragioni per quella morte: «non le mancava niente».

Corriamo da una parte all’altra, riempiamo le nostre giornate di mille cose; le nostre vite tracimano di banalità, di realtà non essenziali. Abbiamo tutto e siamo profondamente affamati di vita.

Dalle mie parti quando chiedi a una persona: «come va?» non di rado la risposta è: «tiriamo!». Sì, tiriamo. Tiriamo un pesante fardello, come spesso appare la vita; a volte il peso sembra così insopportabile che a quel punto sì che il “tutto” tanto faticosamente accumulato lo molliamo e ci molliamo.

Ecco perché Gesù risponde a Pietro – che un po’ impettito afferma di aver lasciato «tutto» – con una frase che pare non si armonizzi molto col discorso appena fatto: «molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». «Gli ultimi saranno i primi» forse perché negli ultimi del mondo c’è la sapienza ribaltata del cielo di chi, partendo dall’essenziale per l’oggi, sa gustarsi la vita meglio di chi ha la bocca troppo piena per comprendere ciò che sta mangiando e per chi sta riempiendosi la pancia.

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