Partorirai con dolore – Lc 8,19-21

Partorirai con dolore – Lc 8,19-21

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Si era svegliata di buon mattino quel giorno Maria, straripante di gioia perché avrebbe riabbracciato suo figlio; erano giorni che non lo vedeva. Da quando aveva iniziato ad annunciare il Regno di Dio per città e villaggi potevano passare giorni, settimane senza vederlo. Ogni suo ritorno a Nazaret le faceva cantare un nuovo Magnificat. Questa volta, però era lei ad andargli incontro, a cercarlo, come fanno tutte le mamme del mondo quando i figli si attardano con i propri amici e dimenticano che è arrivata l’ora della cena.

Un giorno Dio aveva annunciato ad un’altra mamma, Eva, che avrebbe partorito nel dolore. Egli non si riferiva solo al momento in cui ella avrebbe dato alla luce i suoi figli, ma a tutti gli altri parti, soprattutto quelli dell’anima, quelli in cui ad essere tagliato non sarebbe stato il cordone ombelicale, ma il suo cuore, i suoi desideri e aspettative sui suoi figli.

Tutte le madri partoriscono i propri figli ogni volta che delicatamente lasciano la presa di chi hanno cullato per nove mesi nel proprio grembo e li incoraggiano a correre verso altre mani tese assetate di attenzioni. Perché l’amore è vero quando tocca il confine col proprio dolore, quando si apre al sacrificio, quando chiede di mettersi all’ultimo posto.

Maria si sarà offesa per la risposta di Gesù? Certo che no, perché lei è maestra di attesa, custode di pazienza. Lo avrà aspettato, fino all’ultima carezza regalata dal figlio all’ultimo storpio del giorno.

Lei che è la prima ad averlo avuto tra le braccia, appena nato, indifeso e nella solitudine di Betlemme, si prepara ad essere la prima a riaverlo sul suo seno quando la folla lo lascerà e sotto la culla della croce, a Gerusalemme, ci sarà lei a stringerlo forte a sé.

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