Bibbidi bobbidi boo! – Lc 5,27-32

Bibbidi bobbidi boo! – Lc 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Mi immagino Levi come un antenato dello Scrooge del Canto di Natale di Dickens, o di Paperon de’ Paperoni: chino su se stesso intento a contare monete, aggrappato alla sua ricchezza, accumulata senza fare troppo caso a chi si sta calpestando.

Ma poi arriva quel «Seguimi!» e… sbam! Come per la zucca di Cenerentola, trasformata in carrozza con un colpo di bacchetta magica, anche per Levi tutto cambia: apre la sua casa a persone di ogni tipo e offre un «grande banchetto», senza più badare a spese.

Cosa è successo? Anche Levi è stato colpito da un incantesimo?

Beh, lo escluderei, anche se rimane per me misterioso e fonte di stupore quel qualcosa che ci prende nel profondo quando ci scopriamo amati, considerati affidabili, desiderabili per la nostra semplice compagnia agli occhi di qualcuno, tanto più se quel qualcuno è Dio: qualcosa che miracolosamente ci dà la forza di mollare la presa, magari anche solo per un attimo, dalle nostre piccole sicurezze, per aprirci all’incontro e alla condivisione con l’altro. E ci rende capaci di propagare a nostra volta questo atteggiamento, anche inconsapevolmente, in una specie di onda d’urto benefica che diffonde gioia e rende presente il Regno.

Non magia, no, ma comunque in qualche modo prodigioso; abbastanza da condurci, più o meno gradualmente, a trasformare completamente la nostra vita, se solo ci lasciamo interpellare; proprio come è capitato a Levi.

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