Il grattacielo – Gv 3,7-15

Il grattacielo – Gv 3,7-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Nasciamo dal basso e investiamo tutta la vita per morire in alto.

A scuola, nello sport, in famiglia, ovunque…  – ahinoi, tante volte anche nella Chiesa – veniamo educati alla podio-felicità. I primi posti devono essere l’obiettivo del bambino felice e poi, gradino dopo gradino, sempre più su, dell’uomo realizzato, del dirigente che occupa i piani alti.

La nostra fantasia viene provocata, sin da piccoli, a guardare in su, ma ciò che impariamo a sognare non è il podio della croce, di colui che vince perdendo, bensì l’ultimo piano di un grattacielo, lì dove il vento, non quello dello Spirito Santo, ma del successo, soffia più forte; lì dove, se ti affacci dalla finestra, gli altri appaiono piccoli piccoli e i problemi del mondo sempre più lontani.

«Nessuno è mai salito al cielo». Eh, caro Gesù, se fossi nato in questi tempi a Dubai, dai più degli ottocento metri d’altezza delle nostre torri di Babele, forse avresti riconsiderato questa affermazione. E per discendere dal cielo non ti saresti dovuto incarnare nel seno della tua mamma, ma ti sarebbe bastato prendere l’ascensore.

Ma, evidentemente, i nostri mondi girano in maniera diversa.

Nel nostro, di noi nati dal basso, si punta in alto perché chi è in alto guadagna di più, può comprare di più e sentirsi più libero e felice; e poi quando guardi gli altri dall’alto in basso ti senti una persona migliore.

Nel tuo, la libertà è inchiodata alla croce; stai in alto, ma ben piantato nella terra e la disseti col tuo sangue; ci guardi dall’alto del tuo primo posto e il tuo premio siamo noi; ti lasci guardare nella tua nudità per rivestirci della tua dignità.

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