Fuori di sé

Fuori di sé

Gesù è «fuori di sé», dice il vangelo di Marco in questa X domenica del tempo ordinario anno B (Mc 3,20-35); è veramente fuori di sé, ma non come intendono i suoi parenti che non capiscono: Gesù è completamente dedicato agli altri, la sua vita è tutta in uscita, tutta offerta e messa a disposizione di chi lo cerca, tanto da non avere più neppure il tempo di mangiare. Chi lo vede non capisce, non capisce come sia possibile mettere a disposizione degli altri una vita intera senza tenere qualcosa per sé: non è umano e infatti alcuni, degli scribi venuti da Gerusalemme, iniziano a insinuare che ci sia di mezzo il diavolo. Siamo al paradosso totale: si arriva a pervertire la realtà tanto da ritenere che sia possibile che il male sia scacciato e vinto dal male, tanto da arrivare a riconoscere che possa esistere un bene oggettivo che sana, guarisce, dona vita, ma che possa essere frutto del demonio ingannatore. Per quanto il male sia fantasioso nel proporre le sue soluzioni è impossibile arrivare a pensare che da esso possa generarsi una qualsiasi forma di bene: Gesù ricorda che il bene può venire solo da Dio e che il regno di Satana è costretto dalle sue logiche a essere sempre se stesso, a non accettare e sopportare divisioni. Il diavolo è menzognero e porta alla separazione, ma, appunto, porta ad allontanarsi da Dio e da ciò che è buono per la vita, non da se stesso. Neppure il male, per quanto forte e potente, potrebbe accettare di essere diviso in se stesso e per questo motivo fa di tutto per screditare il bene o, ancora peggio, fa di tutto per camuffarsi da bene e ingannare gli uomini.

Quello che continuiamo a non capire è che non ci può essere un mezzo cattivo che possa generare un bene: lo dimostrano le guerre di questi giorni, lo dimostra la convinzione di chi crede, con ingenuità, che le cose possano cambiare senza impegnarsi per il bene.

Non si tratta di un generico invito a fare il bene: Gesù, nella strana immagine del tale che lotta contro un uomo forte per poterlo legare e saccheggiargli la casa, ci ricorda che è necessario intraprendere, ogni giorno, l’unica guerra davvero possibile, quella contro il male che ci abita. Gesù considera Satana come il suo personale contrapposto, come l’oppositore che bisogna assolutamente vincere per ricondurre gli uomini a Dio: gli uomini, per poter vincere il male, hanno bisogno di lasciare spazio in sé alla presenza dell’unico forte che può imbavagliare e sconfiggere chi altrimenti è destinato a governarli. Se non accettiamo di diventare quotidianamente campo di battaglia tra il bene che viene da Dio e il male che ci inganna con le sue lusinghe, rischiamo di perderci in maniera irreparabile. Il peccato contro lo Spirito, che non può essere perdonato, non è quello dei dubbiosi e dei deboli, di coloro che cercano a tentoni e con fatica, ma è il peccato dei duri di cuore, di coloro che vivono delle proprie sicurezze, contrarie all’affermazione di Dio e del suo progetto di salvezza, cercatori unicamente della propria affermazione personale a scapito degli altri.

Chi vive in questo modo è destinato a chiudere gli occhi su tutte quelle realtà di male che feriscono la dignità degli uomini. Chi accetta di non dovere più lottare con se stesso, finisce per scegliere il male, rischiando perfino di arrivare a reputare una cosa giusta e normale confondere consapevolmente la realtà.

Gesù è costantemente fuori di sé perché anche noi possiamo incontrarlo e perché incontrandolo possiamo ritornare in noi stessi. L’immagine che conclude il vangelo ci riporta all’interno di una casa dove la gente si raccoglie attorno a Gesù per ascoltarlo e fare la sua volontà: fuori i suoi parenti che lo credono impazzito, dentro tutti coloro che, ascoltandolo, diventano veramente fratelli e sorelle. Fuori la confusione di chi non vede e non può ascoltare, dentro l’ordine di chi accetta una parola che crea nuovi legami e stabilisce relazioni autentiche.

Abbiamo a disposizione una parola potente per fare finalmente ordine nella nostra vita: dobbiamo accettare di dovere lottare, perché la nostra vita non è destinata a soccombere alla forza del male. Gesù offre a tutti la possibilità di sedersi attorno a lui. Chi è veramente fuori di sé? Coloro che si stringono attorno a colui che fa miracoli e compie il bene o coloro che preferiscono rimanere lontano? Chi sa riconoscere il bene per quello che è o coloro che continuano a dire a tutti che il bene può chiamarsi male e viceversa? Chi accetta di lottare con il male che lo abita o coloro che  preferiscono farsi andare bene ogni cosa e che si sono lasciati imbavagliare da una vita fatta solo di comodità e facili risposte?

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