In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Il destino di ogni uomo e donna nel progetto di Dio, come appare in questi versetti, sembra chiaro e lineare: essere affidati al Figlio per essere accolti nel suo abbraccio e non esserne mai più strappati. Nessuno escluso.

Come una potente e dolce calamita, che ci attira a sé e ci dona la vita eterna; già qui e ora, prima ancora che nell’ultimo giorno. Unica condizione perché questo disegno si realizzi: che noi crediamo nell’Amore di Dio.

Trovo estremamente consolante che la liturgia ci proponga questo brano proprio in occasione della commemorazione di tutti i fedeli defunti, giorno in cui mi viene spontaneo pensare soprattutto ai parenti e amici che non ci sono più e che non definirei “cristiani praticanti”. Perché sono abbastanza certa che chi ha vissuto alla luce della fede riposi tra le braccia di Dio, ma che ne è di chi ha manifestato nella propria vita disinteresse o addirittura avversione nei confronti della fede? Eppure, il Signore dice con forza che non desidera perdere nessuno…

Allora la mia preghiera oggi è questa: Signore, tu che ci hai creato per amore e con tenace amore desideri che ti riconosciamo come Padre; tu che conosci il cuore di ciascuno fino in fondo e vi leggi ogni minima e più nascosta traccia di bene, compi la tua promessa e dona il riposo eterno nel tuo abbraccio a tutti, ma proprio tutti i nostri cari defunti.

Primo passo per trasformare la nostra vita facendo di quell’Amore il nostro baricentro e conformandoci sempre più a Cristo, giorno dopo giorno.