Come in cielo così in guerra – Mt 11,11-15

Come in cielo così in guerra – Mt 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Questa storia del «Regno dei cieli che subisce violenza» mi ha fatto sempre pensare alla terra promessa per il popolo di Israele. Se era promessa, perché il popolo ha dovuto combattere per conquistarla? Perché forse delle cose che ci sono donate non sempre capiamo il valore. “Gratis” per molti vuol dire “di poco valore”. Non è così. Anzi, il più delle volte, per ciò che riceviamo gratuitamente, altri hanno pagato il prezzo, spesso addirittura fino al costo della vita.

Ne era convinto il poeta Ezra Pound per il quale «un uomo che non sia disposto a morire per le proprie idee o vale poco lui o valgono poco le sue idee».

Lo sanno bene i giovani che sono disposti a sacrificare comodità, soldi e tempo pur di partecipare ai concerti dei loro cantanti preferiti. Lo sanno gli appassionati di sport capaci di straordinarie rinunce pur di raggiungere i propri obiettivi. Insomma, lo sanno tutti gli innamorati.

La parola “sacrificio” forse è politicamente più accettabile rispetto a “violenza”, ma la sostanza è quella. Gli innamorati si sacrificano per ciò che amano. Chiedetelo a quei genitori che si svegliano ogni notte per tante e tante settimane per calmare i propri bimbi.

È la natura dell’amore. Dimmi quanto sei disposto a sacrificarti per me e ti dirò chi io sono per te. Funziona così per gli innamorati delle cose della terra; figuriamoci per gli innamorati delle cose cielo.

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