Ma allora provochi! – Mc 3,1-6

Ma allora provochi! – Mc 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Non c’era effettivamente nessun bisogno di curare quell’uomo dalla «mano paralizzata» proprio di sabato. Gesù poteva anche venire incontro alla sensibilità dei farisei e mettersi d’accordo con l’infermo per incontrarsi il giorno seguente. La legge, tutto sommato, prevedeva alcune eccezioni al giorno di sabato: si poteva curare, ad esempio, se la persona fosse stata in pericolo di vita. Ma non è questa la situazione.

E invece no, Gesù lo fa – volutamente – di sabato. Ma allora provochi!

Sì, Gesù “pro-voca”, cioè lavora “per la vocazione”, stimola e incoraggia ad ascoltare un appello. Si tratta dell’appello di Dio, che è misericordia, che viene «rattristato» dalla «durezza dei cuori». Il sabato è il giorno in cui 1) ricordare le meraviglie del Signore (creazione e liberazione) e 2) contemplare l’azione di Dio che previene e supera le aspettative umane.

Quale modo migliore di contemplare il bel volto di Dio che assistere a un uomo che recupera la propria dignità e umanità? Perché questo è quello che fa Dio, senza calendario né orologio. E proprio il fatto che Gesù agisca di sabato dimostra che la sua azione è prettamente divina: solo lui, infatti, può agire liberamente di sabato.

E invece no: la piccolezza degli astanti fa sì che questo miracolo liberante e consolante divenga motivo per una condanna a morte. Quanto poco sanno cogliere la bellezza di ciò che vedono! E noi, quanto sappiamo farlo?

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