Noi con lui – Gv 16,12-15

Noi con lui – Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Sorprende l’enorme densità di questi quattro versetti del vangelo di Giovanni proposti oggi dalla liturgia. Versetti sorprendenti che annullano la distanza tra noi e Dio, tra le vicende degli uomini e la vita trinitaria perché ciò che Dio ha nel cuore siamo noi.

Sull’iniquo processo che ha visto la condanna di un innocente non è stata detta ancora l’ultima parola perché al momento nessuno di noi la sa comprendere e far propria: che la morte sia un guadagno è troppo per la nostra carne tremebonda, troppo audace per le ragioni del calcolo.

Gesù non può rimanere con noi fino alla comprovata certezza della nostra comprensione del suo mistero. Non può perché annullerebbe di fatto il nostro libero agire. Nella sua esistenza terrena ha agito lui-con-noi, ora tocca a noi-con-lui.

Lo Spirito santo che verrà mandato rivelerà a noi ogni cosa e noi non ci sentiremo più orfani. Spaesati sì, ma non orfani

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